Beata Elisabetta Vendramini

Fondatrice e Patroni

27 aprile, festa liturgica




Dall'Omelia del Beato Giovanni Paolo II nel giorno della beatificazione di Elisabetta Vendramini avvenuta il 4 novembre 1990

UNIONE PROFONDA CON GESÙ E AMORE VERSO I POVERI

Anche la figura della beata Elisabetta Vendramini si inserisce nella dinamica spirituale che ha come fulcro centrale l’unione profonda con Gesù e l’amore verso i poveri, i quali sono i protagonisti di tante pagine del Vangelo. Le parole del Signore: “Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare” (Mc 8, 2) segnarono profondamente il cuore della beata Elisabetta sin dalla sua prima giovinezza, quando avvertì forte l’ispirazione di consacrarsi totalmente al Cristo e al servizio dei poveri. Abbandonò senza esitare gli agi della vita familiare e sociale per dedic

arsi alle ragazze abbandonate e ai bisognosi dei quartieri più emarginati.

In questa sua opera Elisabetta traeva ispirazione e forza dall’Alto e dal suo forte spirito di orazione. Religiosa di raffinata sensibilità contemplativa, la beata si perdeva nella meditazione del Mistero della Santissima Trinità, cogliendone il dinamismo dell’incarnazione del Verbo, per arrivare, quindi, alla lode e all’ammirazione del Cristo povero e crocifisso, che riconosceva e serviva, poi, nei poveri tanto amati.

Tratta da: 365 giorni con il Papa del Coraggio, 23 settembre - Elisabetta Vendramini (1790-1860), fondatrice delle Suore Terziarie Francescane Elisabettine di Padova, p 308 - ELLEDICI 2011

 

Il coro delle suore esprime nel canto - con le parole della Beata -  la gioia di appartenere alla famiglia elisabettina che dal 1828 opera a favore dell'uomo cara immagine di Dio.


 

 

 

 

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